Il valore economico del Notaio: presentata a Mestre un’indagine congiunta
Una indagine doppia per analizzare come è cambiato il ruolo del notaio nel contesto Triveneto in questo ultimo decennio.
Dopo un anno di gestazione e lavoro congiunto, sono stati finalmente illustrati i risultati di un duplice studio commissionato al Centro Studi della Cgia di Mestre da Federnotai e dal Comitato Interregionale dei Consigli Notarili delle Tre Venezie.
“In questa fase storica di incertezza e di instabilità – ha spiegato Renato Mason segretario della Cgia di Mestre – la figura professionale del notaio costituisce un punto di riferimento nei rapporti economici e giuridici delle famiglie e delle imprese italiane.
Nei paesi in cui non esiste la figura del notaio, l’incidenza delle contestazioni sulle proprietà immobiliari è del 24%, mentre in Italia è pari allo 0,003%. Infine, non dimentichiamo che il ruolo dei notai è essenziale per la competitività del nostro paese dove la giustizia civile è lenta, costosa e poco efficiente”.
Una delle due ricerche, elaborata dal Centro Studi Sintesi e intitolata “Il valore economico e sociale del notaio in tempo di crisi” ha riassunto in cifre la realtà degli studi notarili con particolare riferimento al periodo 2007/2014, durante il quale la crisi si è manifestata in tutta la sua durezza. La fotografia reale di una professione.
Disaggregando il numero degli occupati in relazione alla tipologia di dipendenti è emerso che i contratti indeterminati restano la tipologia più diffusa (86%) nel settore notarile e che ogni realtà notarile occupa 8,2 persone contro una media, nelle altre professioni, di un solo addetto per professionista.
Le aree di intervento in crisi.
E’ ormai realtà il forte ridimensionamento dei contratti di mutuo e la riduzione delle contrattazioni immobiliari (-50%), con una diminuzione dei ricavi del 34% circa. Tali numeri non hanno tuttavia impattato con l’occupazione generale del settore che anzi ha registrato anche aumento degli occupati con un picco pari al 3,4% in più raggiunto nel 2011, annus horribilis della crisi economica, rispetto al decennio precedente. Il falso mito dei prezzi. Lo studio ha evidenziato, dati alla mano, che il costo medio per una compravendita redatta da notaio è non solo allineato a quello degli altri paesi europei ma anche sensibilmente inferiore rispetto ai paesi di matrice anglosassone.
La sicurezza del diritto e il “dato zero” dei contenziosi.
La prestazione notarile resta una garanzia per il cittadino come dimostrato dalla percentuale pressoché prossima allo zero (0,003%) dei contenziosi rilevati in Italia in materia immobiliare. Inoltre, il valore della spesa privata per la giustizia nei paesi dove esiste la figura del notaio, come in Italia, risulta essere circa la metà di quella rilevata nei paesi in cui questa figura non è presente.
“In ultima analisi – commenta Luca Sioni, Presidente Federnotai Triveneto – i dati rilevano in modo inequivocabile quanto sia rilevante, per la competitività del nostro Paese, il ruolo svolto dal notaio e le garanzie che le prestazioni da questo erogate assicurano”.
Nella seconda ricerca sono stati presi in esame gli effetti della liberalizzazione degli atti di trasferimento di veicoli, introdotta con il c.d. Decreto Bersani nel 2006, in seguito al quale è stato eliminata l’obbligatorietà dell’intervento notarile per il passaggio di proprietà di veicoli usati estendendolo agli uffici comunali e alle agenzie di pratiche auto.
Dopo quasi 10 anni dall’entrata in vigore del provvedimento, che ha ridotto il ricorso alle relative pratiche notarili del 96%, sono state smentite le iniziali attese di un vantaggio economico per i cittadini che hanno dovuto sopportare un maggior costo stimato in circa 330 milioni di Euro ogni anno.
Se per la vendita di un veicolo usato di fronte al notaio, nell’anno 2005, servivano 36€, oggi, per la stessa vendita presso l’ACI la cifra è di 27 € e sale addirittura fino a 150 euro in un’agenzia di pratiche auto.
Altri effetti collaterali della liberalizzazione si sintetizzano nell’aumento delle frodi, del fenomeno”auto fantasma” e dei pluri-intestatari (oltre 150.000 in Italia) spesso protagonisti a loro volta di irregolarità come il mancato pagamento dei pedaggi autostradali, l’abbandono delle vetture in caso di incidente stradale e l’assenza di assicurazione sui veicoli.
La constatazione delle impreviste e pericolose conseguenze scaturite dalla liberalizzazione della vendita di autoveicoli – conclude Vito Guglielmi Presidente del Comitato interregionale dei consigli notarili delle Tre Venezie – dovrebbe far riflettere il Legislatore sull’opportunità di continuare su questa strada che, purtroppo, dimostra di voler ancora percorrere e fargli comprendere che il nostro Paese ha bisogno non tanto di liberalizzazioni ma soprattutto di semplificazioni e che i veri vantaggi per i cittadini possono derivare solo garantendo la certezza dei traffici giuridici nei quali il ruolo del notaio ha sempre svolto e continua a svolgere un’azione preventiva di enorme rilievo, decisiva anche per lo sviluppo del Paese.”